La 005 interviene al Festival del Volontariato

L'11 Aprile saremo a Lucca al Festival del Volontariato. In un seminario organizzato da FOCSIV "Per la democrazia alimentare, contro la speculazione finanziaria" interverrà per la Campagna ZeroZeroCinque Nicola Ciampoli.
 

Vi aspettiamo!
 

 

 

 

 

Tassare le rendite e le transazioni finanziarie: la complementarità delle misure


Bene tassare di più le rendite finanziarie, ma senza la Tassa sulle Transazioni Finanziarie rischiamo di cadere dalla padella nella brace!
di Antonio Tricarico, Re:Common

 


La decisione del governo Renzi di aumentare la tassazione delle rendite finanziarie, eccetto che per quelle collegate ai titoli di stato italiani, rischia di creare un alibi immotivato per smettere di sostenere la necessità di introdurre la tassazione sulle transazioni finanziarie (TTF), che è qualcosa di ben diverso.


Ricapitolando sulle misure possibili che riguardano la tassazione in ambito finanziario, la patrimoniale finanziaria tasserebbe – probabilmente in maniera spot – i patrimoni finanziari a prescindere da quanto e se rendono (ossia le azioni ed obbligazioni di cui persone ed aziende sono già in possesso, o gli stessi depositi in banca). Una patrimoniale finanziaria, spesso applicata in situazioni eccezionali, intende colpire i grandi patrimoni (più di 3,200 miliardi di euro di ricchezza finanziaria accumulata dalle famiglie italiane) e racimolare risorse per una redistribuzione sociale della ricchezza.


Tassare le rendite finanziarie invece vuol dire tassare il guadagno che ti da il possesso del bene finanziario, e non il capitale. Ciò già avviene ma a tassi molto bassi – fino al governo Monti ad un vergognoso 12,5%, poi al 20%, ed oggi Renzi vuole il 26% lasciando però i titoli di Stato al 12,5%, ed i conti di deposito al 20%. Ossia si tassano due tipi di profitti che i beni finanziari posseduti possono generare: da un lato i dividendi delle azioni, gli interessi delle obbligazioni o i rendimenti dei fondi di investimento o dei conti di deposito; dall'altra eventuali guadagni di capitale (capital gain) legati alla possibilità di vendere i titoli finanziari posseduti prima del tempo poiché il prezzo di mercato in quel momento è maggiore di quello all'acquisto. La tassazione delle rendite finanziarie serve principalmente a disincentivare la rendita da attività che non generano direttamente nuova produzione e lavoro, spostando gli investimenti nella cosiddetta economia produttiva. Anche se è giusto differenziare in una certa misura tra le varie forme di rendita. Ossia se metto i miei pochi risparmi nel capitale di una società con una prospettiva di lungo termine, senza dubbio avrò anche alcuni dividendi ogni anno, ma aiuto anche a creare economia produttiva e lavoro e non ho un atteggiamento eccessivamente “parassitario”, come quando incasso capital gain nella rapida compravendita di azioni. Ovviamente la tassazione genera anche una buona entrata per il governo.


Tassare le transazioni finanziarie è invece qualcos'altro. Significa tassare l'operazione di acquisto e la vendita dei beni finanziari, l'equivalente di un'imposta di bollo per ogni transazione che avviene sui mercati finanziari, inclusi soprattutto i prodotti derivati, i quali essendo contratti non sono considerati neanche un bene finanziario in senso stretto e generano spesso una rendita difficilmente tracciabile. A cosa serve la TTF? A sgonfiare il volume di transazioni sui mercati finanziari, la gran parte delle quali sono operate in meno di un millesimo di secondo da computer automatizzati programmati per speculare sui valori che oscillano sui mercati dei vari beni finanziari. La TTF quindi sposta gli investimenti finanziari dal brevissimo al medio e lungo termine ed aiuta quindi la stabilità finanziaria dell'intero sistema, punendo non solo le rendite generate nel brevissimo tempo, ma soprattutto gli atteggiamenti speculativi particolarmente aggressivi che, considerati a livello macro, creano problemi gravi per la sfera produttiva così come per quella finanziaria.


Probabilmente l'Italia ha bisogno di tutti e tre i tipi di misure per la grave situazione finanziaria in cui è caduta. E per questo ben venga che il governo alzi la tassazione delle rendite finanziarie, per altro allineandoci con gli altri paesi europei – in breve noi siamo stati fino al 2011 una sorta di paradiso fiscale in Europa per questi tipi di guadagni!  Ma sarebbe un errore molto grave per il governo pensare che allora una TTF non serva più. La realtà è esattamente l'opposto, poiché la tassazione più alta delle rendite finanziarie rischia di spostare gli investimenti parassitari verso il “trading fai da te” centrato su prodotti derivati, piattaforme online di trading, ed altri prodotti strutturati che facilmente scappano al fisco. Al riguardo la tassazione di ogni transazione con un'aliquota dello 0,05% non sarebbe affatto, in termini assoluti, un carico ulteriore sulle rendite finanziarie legate ad investimenti di medio e lungo termine, mentre colpirebbe in maniera sacrosanta gli speculatori del breve e brevissimo termine. Insomma, alzare giustamente la tassazione sulle rendite finanziarie, senza erroneamente introdurre una TTF, farà fare un po' di cassa al governo ma rischia di “finanziarizzare” ancora di più la nostra economia. Meditate Renzi e Padoan, meditate.

 

 

 

 

2014: l’anno dello storico traguardo per la TTF europea?

Il negoziato a 11 per l’implementazione di una TTF europea è alle battute finali! Un accordo sulla TTF continentale potrebbe essere raggiunto prima delle elezioni europee di fine maggio.


Il 2014 si prospetta come un anno di svolta per la TTF continentale a 11.  Sul fronte nazionale il MEF è chiamato a riferire[1] alle Commissioni congiunte Bilancio e Finanze alla Camera sui risultati dell’applicazione della TTF nazionale (spiegando anche le ragioni del sovrastimato gettito) nel 2013. L’ODG Bobba, approvato in Aula di Montecitorio il 20 dicembre scorso, impegna inoltre il nostro Governo a tenere conto delle proposte dell’emendamento 1.866 nel posizionamento italiano nel negoziato europeo. Ed è proprio il palcoscenico continentale a trovarsi oggi sotto potenti riflettori.  Per la prima volta da quando si è iniziato a lavorare sulla TTF europea (da realizzare attraverso la procedura di cooperazione rafforzata), uno degli Stati coinvolti, la Grecia, ha assunto la presidenza del semestre europeo, mostrando da subito la volontà di arrivare tempestivamente alla conclusione del negoziato e all’implementazione della TTF su scala continentale a 11. E se la Grecia non dovesse riuscirci, sarà la volta del semestre italiano e la nostra Campagna avrà molto da chiedere al Governo nella definizione dell’agenda istituzionale dell’UE per portare a compimento il progetto della TTF europea.


Ma fermiamoci agli eventi di queste prime settimane dell’anno. Tutto lascia percepire un frenetico attivismo delle cancellerie in Italia, Francia, Germania e Spagna per definire l’impianto della TTF europea.


Fonti europee confermano l’intenzione dei paesi della cooperazione rafforzata di arrivare nel corso del 2014 ad un accordo su una tassa dall’impianto più solido della Stamp Duty Britannica e delle limitate tasse nazionali italiana e francese. E’ possibile che la tassa europea venga implementata in tre fasi successive con un ampliamento graduale della base imponibile, cominciando dalle azioni e dai derivati sulle azioni per proseguire, in un secondo momento, con il restante paniere di titoli derivati e alcune classi obbligazionarie, e finalmente completare l’iter di implementazione dell’imposta, estendendone l’applicazione (qualora vi fosse un accordo) alle transazioni valutarie. 


Per la nostra campagna, un approccio del genere è ancora accettabile, purchè i tempi per ciascuna fase siano definiti rigorosamente e senza possibilità di proroga nel testo finale della direttiva. Una diluizione (vincolante) dei tempi può d’altronde essere funzionale alla definizione di un percorso di implementazione armonizzata dell’imposta, a un monitoraggio organico e all’introduzione di comuni misure efficaci anti-elusione nell’area di applicazione della TTF europea. I pericoli di un enforcement non armonizzato della TTF (e potenziale lassismo di alcune Agenzie delle Entrate) sembrano infatti preoccupare alcuni dei Governi della cooperazione rafforzata (tra cui il nostro).


Oggetto di accese discussioni fra i paesi del negoziato è al momento il disegno stesso della TTF. E’ di mercoledì 19 febbraio la notizia di un possibile allineamento fra Germania e Francia (a lungo impegnata a promuovere presso i partner europei il proprio, debole, modello di TTF nazionale) sull’inclusione nella base imponibile dell’imposta di tutti i titoli derivati. Il Presidente Hollande ha fatto riferimento[2] a questa prima “concessione” transalpina ieri nel corso della conferenza stampa a margine del vertice bilaterale franco-tedesco svoltosi a Parigi, ribadendo inoltre di voler imprimere un’accelerazione al processo negoziale e auspicando di poter raggiungere un primo accordo di massima entro le elezioni europee di fine maggio.  

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Gli effetti miracolosi della TTF...visti nel 2024...

Il nuovo corto delle campagne europee per la Robin Hood Tax e la petizione online #1MilionediFirme  www.robinhoodpetition.org

 

 

A seguito della crisi finanziaria è stato incoraggiante vedere il mondo della finanza riconquistare i cuori e le menti delle persone aiutando coloro che ne sono stati maggiormente colpiti, accettando di sottostare a forti misure diregolamentazione e rinunciando a molti dei propri benefit...giusto? A volte è allettante cercare di riscrivere il passato, ma che dire del futuro? Quali notizie vorresti ascoltare tra 10 anni?

Questo video è esattamente ciò che potrebbe raccontarti un telegiornale della sera. Un servizio sui risultati dell'applicazione della Robin Hood Tax, una piccola tassa sulle transazioni finanziarie che potrebbe far recuperare miliardi per ridurre la povertà estrema, aumentare gli investimenti nei servizi pubblici e combattere il cambiamento climatico.

 


Guarda, immagina e … agisci!! 

 

Firma la petizione e contribuisci a rendere realtà il nostro “Notizie dal Futuro”: http://www.robinhoodpetition.org.

Protagonisti del corto Andrew Lincoln (The Walking Dead), Bill Nighy (Love Actually),
Clémence Poésy (Harry Potter), Heike Makatsch (Storie di una ladra di libri) e Javier Cámara (La mala éducation).



Nelle prossime settimane, i leader di undici Paesi europei discuteranno dell’implementazione della tassa, ma per resistere alle lobby della finanza e compiere le scelte giuste, hanno bisogno di te. Se un milione di persone diràdi sì all’introduzione della Robin Hood Tax – e all’utilizzo del gettito della tassa per assicurarci un futuro migliore – allora i nostri decisori politici sapranno di essere dalla parte giusta della storia e renderanno questo notiziario dal futuro una realtà!


Scarica qui il comunicato stampa

Scarica qui una scheda di background sulla TTF

L’eredità del 2013: una TTF nazionale da potenziare con urgenza

Le velleità della TTF italiana. Un anno di vita della tassa sulle transazioni finanziarie in Italia raccontato alla rovescia, a partire dall’audace tentativo parlamentare di potenziamento dell’imposta nel mese di dicembre.   

 

 

Manifestazione pro-ttf1.866! Per due settimane a metà dello scorso dicembre queste quattro cifre hanno tenuto con il fiato sospeso gli attivisti e i sostenitori della Campagna ZeroZeroCinque. L’esame della rendicontazione giornaliera dei lavori parlamentari cominciava per molti di noi inesorabilmente dal passaggio a setaccio della documentazione pubblicata sul sito della Camera alla ricerca delle quattro cifre menzionate, districandosi in adrenalinica fibrillazione fra tabelle, allegati e sintesi del dibattito del giorno precedente intermezzate densamente da sequenze e riferimenti a decine di identificativi numerici.


Concediamoci però un doveroso passo indietro nel tempo che permetta al lettore una contestualizzazione più puntuale degli eventi. Il 27 Novembre scorso veniva approvato con voto di fiducia al Senato il disegno di legge di stabilità per il 2014. Il testo veniva quindi trasmesso alla Commissione V (Bilancio) di Montecitorio per successivo esame, modifiche (più che attese) e approvazione. Tra le numerose proposte emendative al testo licenziato dal Senato figurava un emendamento, 1.866[1], sollecitato e sostenuto con forza anche dalla nostra campagna.  


Presentato da una compagine multipartisan di parlamentari - gli On. Bobba (PD), Marcon (SEL), Tabacci (Misto-Centro Democratico), Romano (SCpI), Misuraca (NCD), Borghesi (Lega Nord), Castricone (PD), Fanucci (PD) e Zanin (PD) - l’emendamento in questione si proponeva un obiettivo ambizioso: la riscrittura dei commi 491-500 dell’articolo 1 della legge di stabilità per il 2013[2] (approvata sotto il governo Monti), con i quali venivano istituite in Italia la tassa sulle transazioni finanziarie (TTF) sulla compravendita delle azioni delle grandi capitalizzate italiane (in vigore dal 1 Marzo 2013), la TTF sui derivati sulle suddette azioni  (con la data di entrata in vigore posticipata dal disegno di legge “del Fare” dello scorso Agosto[3] dal 1 Luglio al 1 Settembre 2013) e una TTF sulle operazioni ad alta frequenza relative agli strumenti finanziari inclusi nella base imponibile delle prime due imposte .   

Continua...L’eredità del 2013: una TTF nazionale da potenziare con urgenza

 

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