L'ESPRESSO: Se sulla finanza si mette una tassa

Un tiro alla fune tra speculatori e cittadini, messo in scena a Roma, davanti a Montecitorio. Ecco come gli organizzatori della campagna '005' hanno promosso l'idea di un'imposta sulle transazioni finanziarie. Che in Italia produrebbe un gettito di quasi quattro miliardi di euro.


Cinquanta centesimi per ogni mille euro: una tassazione tanto minima (0,05%, un decimo del cinque per mille) quanto difficile da introdurre. A poche ore dall'inizio del G20 francese torna alla ribalta il tema, da alcuni anni sotto i riflettori, di imporre un obolo sulle transazioni finanziarie, la compravendita di strumenti come azioni, derivati e valute. A promuovere in Italia questa misura, pensata per risollevare l'economia reale e disincentivare le speculazioni, è la campagna 005, a cui aderiscono una trentina di associazioni no profit, animaliste, di consumatori, religiose e sindacali.

Giovedì 17 febbraio, in occasione dell'auto-proclamata giornata mondiale della tassa sulle transizioni finanziarie (Tff), in 30 paesi del mondo gli aderenti alla campagna si sono mobilitati per sensibilizzare politica e cittadini. In Italia è stato allestito di fronte a Montecitorio un vero e proprio tiro alla fune: da una parte la rappresentazione di broker e speculatori attaccati ai loro rendimenti a molti zeri e ai bonus, dall'altra la società civile con la necessità di sviluppo, servizi e futuro. "Il tiro alla fune che si sta consumando tra un manipolo di avidi speculatori da una parte e l'intera società civile globale dall'altra - dichiarano gli organizzatori del flash mob - vede come spettatori distratti, o ammiccanti agli interessi degli speculatori, i leader politici italiani".

Secondo i numeri forniti da uno studio della Cgil, la tassa avrebbe un gettito per l'Italia stimato in 3,89 miliardi di euro, pari allo 0,2% del Pil. Più prudenti erano state le stime di Andrea Sarubbi, primo firmatario della proposta alla Camera, che calcolava in una cifra tra uno e due miliardi il possibile gettito per le casse statali. Allargando il raggio all'Unione Europea, secondo il calcoli della campagna 005, il gettito sarebbe di 200 miliardi di dollari, che diventano 650 miliardi in un contesto globale.

Soldi da reinvestire in politiche sociali, cooperazione allo sviluppo e salvaguardia dai cambiamenti climatici o per il rilancio dei settori economici penalizzati dalla crisi. "La finanza speculativa sposta montagne di soldi. Non costruisce nemmeno una vite, ma cerca solo il massimo profitto - spiegano i promotori della Ttf in un appello a cui è possibile aderire online - Noi cittadini stiamo pagando un prezzo altissimo per la crisi. Il nostro denaro è stato investito in un "casinò finanziario" per la ricchezza di pochi. E mentre sono stati usati soldi pubblici per tappare le falle create proprio dall'irresponsabilità degli speculatori, la speculazione finanziaria è già ripartita".

In attesa dell'apertura del G20, che si occuperà anche della regolamentazione dei mercati finanziari, i favorevoli alla tassa sulle transazioni finanziarie continuano a conquistare consensi. Nelle ultime ore si è espresso a favore della "Robin Hood Tax" (da non confondersi con la Robin Tax italiana per i petrolieri) anche il presidente francese Sarkozy, e prima di lui il brasiliano Lula e il cancelliere tedesco Merkel, mentre in Italia l'atteggiamento della politica si è dimostrato fino ad ora piuttosto ambiguo.

Dopo tre risoluzioni favorevoli della Commissione Esteri, l'idea di una Robin Hood Tax è stata convertita in due disegni di legge bipartisan (senza la firma della Lega Nord) alla Camera e al Senato. Il ministro dell'economia Tremonti ha però definito l'idea di una tassa "un suicidio", se introdotta solo a livello nazionale e non in cooperazione con gli altri stati europei, mentre Berlusconi a giugno l'apostrofò come una proposta "ridicola" per gli stessi motivi. L'appuntamento del G20 diventa quindi fondamentale per capire gli equilibri internazionali.

 

Mauro Munafò

17 febbraio 2011

 

Le FAQ sulla TTF

La tassa sulle transazioni finanziarie – TTF – è un'imposta estremamente ridotta, ad esempio dello 0,05%, su ogni compravendita di strumenti finanziari. Questo non scoraggerebbe i normali investimenti sui mercati, mentre è ben diversa la situazione per chi specula comprando e vendendo titoli nell'arco di pochi secondi o addirittura di millesimi di secondo e che dovrebbe pagare la tassa per ogni transazione. Il peso della tassa diventa progressivamente più alto tanto più gli obiettivi sono di breve periodo. Realizzando 100 operazioni di compravendita sullo stesso titolo dovrei pagare la TTF 100 volte, il che renderebbe l'operazione speculativa economicamente sconveniente.  
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