Falso Mito 5

Falso Mito 5: La TTF ridurrebbe la crescita economica causando disoccupazione e danneggiando l’economia

Al contrario, la TTF incrementerebbe la crescita economica e creerebbe occupazione. Nella sola Gran Bretagna, una TTF così come proposta dalla CE genererebbe un gettito di 8.4 miliardi di sterline l’anno e aumenterebbe il PIL dello 0.25%, l’equivalente di 75.000 nuovi posti di lavoro (Persaud, 2012).

Inoltre, molti dei Paesi che attualmente hanno una TTF dimostrano tutti di avere una forte crescita: si veda ad esempio la Corea del Sud, Hong Kong, India, Brasile, Taiwan, Sud Africa e Svizzera. Infatti questi rappresentano le economie emergenti e in forte crescita.

La più grande minaccia ad una crescita di lungo periodo non è data dalla TTF, ma dalla finanza fuori controllo. Alla fine del 2009 la crisi è costata ai paesi del G20 6.2% del loro PIL -1.976 miliardi di dollari (FMI, 2010).

Critiche sono state sollevate contro la TTF decontestualizzando alcune cifre contenute nell’Impact Assessment pubblicato lo scorso anno dalla Commissione Europea in cui si citava una riduzione del PIL di 1.76%. Questa cifra si riferisce al peggior scenario possibile e non è da considerarsi come la cifra conclusiva. Si sostiene che se la TTF venisse implementata secondo il disegno della CE, l’impatto sul PIL provocherebbe una perdita nel lungo periodo dello 0.53% che rappresenta una minima somma se proiettata su base annuale. Eppure, i detrattori della proposta hanno utilizzato questa cifra del -1.76% per prefigurare potenziali impatti del tutto errati, come la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro.

Persino la cifra che indica una potenziale perdita dello 0.53% è una sovrastima. C’è stato un recente aggiornamento del modello usato dalla Commissione preparato dagli stessi autori che hanno realizzato il primo rapporto (Lendvai e Raciborki 2011) in cui si cerca di contemplare in maniera più realistica il modo in cui l’investimento è finanziato e si conclude che l’impatto negativo della TTF sul PIL si riduce significativamente allo 0.2%.

Comunque le stime della Commissione si basano su un modello che pure nella sua versione rivista risulta incompleto. Questo perché l’Impact Assessment ha solo contabilizzato l’impatto negativo della TTF e nessuna delle sue implicazioni positive. Principalmente esclude di considerare come le risorse generate dalla TTF potrebbero essere investite in modo da provocare un impatto benefico sulla crescita, creando ad esempio posti di lavoro, sostenendo investimenti in infrastrutture e riducendo la povertà. È fortemente parziale guardare solo ai costi di una tassa e non quantificare alcun beneficio. Il Commissario alla Fiscalità Semeta ha riconosciuto che l’Impact Assessment è inaccurato su questo punto giustificando che fosse solo il primo tentativo di teorizzare gli impatti di una TTF sull’intera regione europea ed è quindi un lavoro in corso. La CE sta infatti realizzando altre analisi su questo tema.

Un recente studio di Griffith-Jones & Persaud (2012) esamina specificatamente gli impatti della TTF sulla diminuzione di probabilità di crisi economiche. Si conclude che l’introduzione della TTF comporterebbe un impatto positivo sul PIL, almeno di circa lo 0.25%. Questo impatto positivo potrebbe essere anche più alto se associato ad un uso intelligente e giusto delle risorse derivanti dalla TTF, che potrebbero sostenere l’occupazione ed riequilibrare l’economia verso una crescita equa e sostenibile.

Impiegare risorse umane in settori più produttivi

Remunerazioni estremamente alte nel settore finanziario attraggono alcuni dei più brillanti laureati, distogliendo quindi ottime risorse umane per l’industria, il commercio, la ricerca e l’innovazione. Se l’introduzione della TTF portasse all’abbassamento dei guadagni di coloro che sono impiegati nel settore finanziario, questo incoraggerebbe queste persone di forte talento a dirigersi verso altri settori come l’ingegneria e il settore manifatturiero, contribuendo ad un riequilibrio dell’economia verso una crescita più solida e di lungo periodo.

Una crescita più giusta

È provato (anche nell’Impact Assessment della CE) che la TTF sarebbe una tassa molto più progressista di altre. Pertanto se la TTF sostituisce (o riduce) un’altra tassa, cioè se è fiscalmente neutrale, questo comporterebbe che una più alta proporzione di redditi famigliari verrebbe consumata, in quanto i più poveri spendono una più ampia parte del loro reddito marginale di quanto non facciano i più ricchi. Se il gettito derivante dalla TTF permettesse a un paese di abbassare le proprie tasse sul reddito o l’IVA, la domanda aggregata aumenterebbe, così come la crescita; questo effetto avrebbe un particolare valore soprattutto nell’attuale contesto in cui la maggior parte degli economisti individuano nella mancanza di domanda aggregata il fattore che determina una crescita lenta o addirittura una recessione.

 

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