Falso Mito 12

Falso Mito 12: L’IVA sui servizi finanziari o la Tassa sulle Attività Finanziarie (TAF) sono da preferire alla TTF

No. La TTF è l’opzione più valida per una serie di ragioni.

In primis, contrariamente all’IVA o alla TAF, la TTF ridurrebbe il volume di attività economiche dannose che hanno provocato la crisi in prima battuta. Incrementando il costo delle transazioni sul mercato finanziario, la TTF scoraggerebbe l’high frequency trading e aiuterebbe a ridurre l’eccessiva volatilità e il rischio sistemico. Invece, le altre alternative sebbene in grado di generare un gettito, non avrebbero impatti diretti sui comportamenti di chi opera nei mercati finanziari e quindi non riuscirebbero a portare gli stessi benefici che la TTF porterebbe in termini di regolamentazione.

Seconda ragione: in termini di gettito la TTF ha la capacità di generare maggiori risorse rispetto alle altre alternative, soprattutto se il mercato dello scambio valutario viene incluso nella base imponibile. La CE stima un gettito dato dalla TTF (escludendo il mercato degli scambi tra le valute) di 57 miliardi di euro se applicata su scala europea (nei 27 stati membri) e di 300 miliardi di dollari se applicata in tutte i paesi sviluppati e con base imponibile allargata agli scambi valutari (Spratt e Ashford, 2011).

Terza ragione: rispetto alla TAF, la TTF risulta migliore in quanto è estremamente difficile evaderla dal momento che tuttora stabilita la si raccoglie automaticamente. La TAF, essendo un’ulteriore tassa sul reddito, è soggetta invece a possibili manovre elusive attraverso il ricorso a specifiche strategie come ad esempio il trasferimento di fondi offshore. Si tratta di strategie normalmente usate da ricche imprese per ridurre l’ammontare di tasse da pagare.

La quarta ragione è politica. La TTF è l’opzione al momento appoggiata da paesi come la Germania e la Francia oltre che dalla Commissione Europea. Ci sono differenti modi per tassare il settore finanziario, nessuno è di per sé perfetto, ed un consenso (almeno a livello di 27 stati membri) è improbabile che venga raggiunto. È quindi importante evitare di rendere la perfezione nemica del bene. Se gli stati vogliono che il settore finanziario contribuisca ai costi dell’attuale crisi che ha provocato, è determinante scegliere un’opzione e perseguirla fino alla sua implementazione. Il fatto che la TTF goda di un certo supporto è decisivo in quanto nessun’altra opzione per il settore finanziario, inclusa l’IVA e la TAF, godrebbe di consenso. È importante quindi concentrarsi sulla TTF che è l’opzione più valida sia in termini di gettito generabile sia per gli effetti regolatori, e non farsi distrarre da altre alternative con il rischio di cadere in sterili dibattiti senza fine. I detrattori della TTF usano proprio questa tattica per rallentare il processo, ed in ultima istanza, per bloccarlo definitivamente. In questo scenario sarebbero le banche e gli hedge funds i  veri vincitori, mentre a perdere sarebbero tutti coloro che beneficerebbero da una maggiore stabilità economica grazie alla TTF e coloro che avrebbero maggiormente bisogno delle risorse generate dalla TTF che potrebbero salvare posti di lavoro nei paesi sviluppati e salvare vite nei paesi in via di sviluppo.

 

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