Contributo della Campagna ZeroZeroCinque alla consultazione del MEF

 

Si riporta qui di seguito il contributo della Campagna ZeroZeroCinque in risposta alla consultazione pubblica del Ministero dell’Economia e delle Finanze sulla proposta di direttiva della Commissione Europea COM(2013)71 per l’introduzione di un’Imposta sulle Transazioni Finanziarie (ITF). Il contributo evidenzia gli aspetti positivi della proposta di direttiva e suggerise alcune modifiche e integrazioni per rendere maggiormente efficace l'applicaione dell'imposta.spe 

La Campagna ZeroZeroCinque, composta da circa 50 organizzazioni della società civile italiana (sindacati, associazioni, organizzazioni del terzo settore http://www.zerozerocinque.it/) ed espressione italiana di un più vasto movimento globale a sostegno della Tassa sulle Transazioni Finanziarie, che sta da tempo sostenendo l’introduzione di una TTF per contrastare la speculazione e recuperare risorse da destinare allo sviluppo sociale, alla lotta alla povertà in Italia e nel mondo, alla tutela dell’ambiente e dei beni comuni.
La Campagna ZeroZeroCinque ha attivamente partecipato al dibattito politico relativo all’introduzione nell’Unione Europea di una tale imposta ed ha accolto positivamente l’autorizzazione del Consiglio Europeo a procedere con la procedura della cooperazione rafforzata, permettendo così ad 11 Stati Membri dell’UE, tra cui l’Italia, di introdurre una comune imposta in tale settore. La nuova proposta di direttiva COM(2013)71 presentata il 14 febbraio u.s. dalla Commissione Europea, fortemente ispirata al modello originariamente delineato dalla proposta di direttiva COM(2011)594, è un testo che, così come attualmente formulato, soddisfa la Campagna ZeroZeroCinque per le seguenti ragioni:

 

  • La proposta di direttiva COM(2013)71, rispetto al suo modello originario, ha efficacemente rafforzato il contrasto all’evasione e elusione dell’imposta, introducendo misure volte a limitare quanto più possibile i fenomeni di delocalizzazione degli istituti finanziari colpiti dall’imposizione fiscale verso Stati Membri UE non partecipanti all’ITF. Così come indicato anche dalla nostra Campagna, nell’ambito delle precedenti consultazioni, il testo della direttiva affianca ora il principio di emissione a complemento del più generale principio di residenza. 
  • L’ambito di applicazione dell’ITF previsto dalla direttiva COM(2013)71, leggermente ampliato rispetto alla versione della direttiva precedente, è sufficientemente comprensivo di tutte le transazioni finanziarie. Si nota infatti che l’ITF si applica anche ai derivati negoziati fuori mercato, ai prodotti strutturati e alle operazioni realizzate intra-gruppo o da intermediari finanziari inclusi hedge fund e altri soggetti a maggiore vocazione speculativa.  
  • La direttiva COM(2013)71 permette inoltre di catturare le operazioni ad alta velocità (high frequency trading) che sono quelle più dannose e che causano maggiore instabilità. L’applicazione dell’imposta alla singola operazione e non al saldo netto di fine giornata permette infatti di contrastare l’intero volume di operazioni più altamente speculative. Inoltre, di particolare interesse in questo senso, è la previsione per cui sono sottoposte al prelievo fiscale anche le transazioni modificate o cancellate (fatti salvi ovviamente i casi di errori).  

Di seguito le proposte di modifica o integrazioni che, come Campagna ZeroZeroCinque, riteniamo indispensabili al fine di rendere l’applicazione dell’ITF maggiormente efficace: 

1.Estendere la tassazione a tutti i soggetti che operano in uno degli Stati partecipi, non limitando l’applicazione dell’ ITF alle sole negoziazioni in cui una delle parti sia un’istituzione finanziaria, onde evitare possibili disparità di trattamento tra gli operatori le e conseguenti possibilità di elusione;
2.Equiparazione dell’aliquota minima di tassazione dei derivati a quella applicata ad azioni ed obbligazioni (attualmente 0,1%), nonché determinazione di un’aliquota maggiorata per gli scambi sui mercati non regolamentati (OTC). La differenziazione delle aliquote, così come attualmente proposta dalla Commissione, potrebbe essere destabilizzante in quanto di fatto incentiva l’utilizzo dei derivati  che risultano tassati con un’aliquota dieci volte inferiore rispetto agli strumenti finanziari più “tradizionali”;
3.Estensione  della base imponibile a tutti i derivati, anche quelli aventi quale sottostante i titoli di Stato, onde evitare che risulti più conveniente speculare sui derivati su Titoli di Stato (qualora esentati) rispetto agli altri derivati che sono sottoposti a tassazione;
4.Differenziare le aliquote in funzione dell’utilizzo effettivo dello strumento derivato, prevedendo anche l’esenzione per le operazioni dalla comprovata finalità di copertura, premiando in questo modo gli intermediari finanziari che svolgono solo attività di banca commerciale rispetto a quelli che svolgono trading proprietario, ed in particolare incentivando le banche con una forte attenzione alle questioni sociali ed ambientali ed ispirate ai principi della finanza etica;
5.Istituire l’obbligo di negoziazione dei derivati, negli Stati partecipi, attraverso un Sistema di Garanzia a Controparte Centrale (c.d. Clearing House);
6.Nella proposta non si fa riferimento all’utilizzazione del gettito derivante da questa imposta. Senza voler entrare nel merito della discussione politica sulla gestione del gettito all’interno dei budget nazionali o comunitario, si segnala comunque l’opportunità che vi sia un impegno politico a livello UE e di Stati Membri affinché le risorse derivanti vengano destinate alla spesa sociale interna e in parte ad obiettivi internazionali quali la lotta alla povertà nel mondo e misure di contrasto ai cambiamenti climatici. Si sottolinea, a tale proposito, che vi sono già esperienze in atto di Stati Membri che hanno pre-assegnato il gettito di alcune tasse per obiettivi politici pre-definiti (si veda ad esempio il caso tedesco che prevede un prelievo sui biglietti aerei  che viene destinato ad un fondo sull’ambiente). Si richiede pertanto che la proposta di direttiva comtempli delle indicazioni sull’utilizzo del gettito. 

Complessivamente la Campagna ZeroZeroCinque ritiene che la proposta di direttiva europea COM(2013)71 delinei un modello di ITF in grado di contrastare e scoraggiare comportamenti speculativi all’interno degli Stati Membri che la applicano. Se attuata in questi termini, è un primo strumento utile per regolamentare la finanza e sicuramente i risultati derivanti dalla sua applicazione potrebbero incoraggiare altri Paesi - attualmente scettici - a rivedere la propria posizione.
Riteniamo che sia quindi fondamentale che il Governo italiano, in sede europea, appoggi pienamente questo testo, rivendicando modifiche che possano rafforzare e non indebolire l’impianto, senza cedere a pressioni esterne che possano snaturare gli obiettivi della proposta.
Inoltre, confrontando il modello dell’ITF europea con la normativa italiana attualmente in vigore, la Campagna ZeroZeroCinque considera la proposta di direttiva europea decisamente migliorativa verso una tassazione equa ed efficace, pertanto invita il Governo italiano a proseguire sulla strada indicata dalla Commissione e di prodigarsi per una sua rapida approvazione così da poter quanto prima adeguare  la normativa italiana. 

La TTF in un video... virale

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