TTF in Commissione Bilancio: scetticismo nel combattere la speculazione. Le nostre risposte prima che si compia una scelta sbagliata

14.12.2013 - Ieri sera in Commissione Bilancio è arrivato il turno di discutere/votare l'emendamento 1.866 alla legge di stabilità, una misura opportuna per potenziare l'attuale normativa sulla Tassa sulle Transazioni Finanziarie come più volte auspicato dalla nostra Campagna. Ma ieri la commissione ha deciso per l'accantonamento. Riportiamo qui lo stralcio del dibattito intercorso ieri sera in Commissione. E' evidente che le perplessità sollevate e che hanno determinato l'accantonamento provvisorio dell'emednamento siano in linea con le ingenti pressioni esercitate in questi giorni dalle lobby della finanza. Non vi è fondatezza nel merito: le nostre risposte nel post del Portavoce della Campagna 005 Prof. Leonardo Becchetti, che riportiamo qui di seguito.

 

 

 

Tratto dal blog La Felicità Sostenibile su Repubblica.it di Leonardo Becchetti

E’ notizia di ieri che l’emendamento Boccia sulla tassa sulle transazioni finanziarie firmato da esponenti di sei diversi partiti è stato fermato per approfondimenti alla Commissione Bilancio. Pare che l’argomento decisivo si stata la bufala della minaccia di perdita di posti di lavoro nel settore dei derivati (non sapevamo che fosse un settore industriale), settore che impiegherebbe 12.000 addetti. Che in Italia ci siano 12,000 persone che sappiano cos’è un derivato è una bufala di proporzioni colossali prodotta dalle lobby. Ovviamente non esiste nessun tipo di statistica del genere e ci piacerebbe sapere da dove viene fuori questo numero. Ciò che sappiamo (indagine Mediobanca) è che il 99% dei derivati è utilizzato per moventi puramente speculativi dalle grandi banche. Quindi in giochi a somma zero che mettono a serio rischio la sopravvivenza delle banche stesse. E che hanno fatto portato sull’orlo del fallimento una delle banche più antiche ed importanti del paese (Monte Paschi) con costi enormi per la collettività e con una perdita drammatica di ricchezza per una provincia ricca come quella di Siena che in breve tempo è riuscita a bruciare un benessere economico accumulato pazientemente nei secoli. Negli Stati Uniti dove la pressione lobbistica è ben più forte i regolatori e i politici hanno varato qualche giorno fa la nuova Volcker Rule proibendo alle banche di fare trading proprietario (derivati inclusi) e imponendo l’onere della prova in caso di uso dei derivati per motivi di copertura (le banche devono dimostrare che l’operazione ha ridotto qualche tipo di rischio). Evidentemente senza dar retta alla panzana delle decine di migliaia (negli Stati Uniti centinaia di migliaia ?) di posti di lavoro persi. O forse avranno dato retta a studi più seri come quelli che dicono che la finanza ipertrofica non è più in grado di dare il suo contributo positivo all’economia reale (Arcand, Berkes and Panizza, 2012; Rousseau e Wacthel 2006 e 2009 tra gli altri), che le maggiori banche hanno spostato gran parte della loro operatività dal credito alla clientela al trading speculativo e che Draghi ha minacciato di non aprire più nuove linee di liquidità se i soldi non saranno usati per crediti alle imprese. La verità è che negli Stati Uniti hanno aperto gli occhi e ricordano cosa è successo nel 2007. Che prima c’è stata la crisi dei derivati e poi quella dei bilanci pubblici degli stati che sono dovuti intervenire per salvare le banche. Noi invece abbiamo dimenticato rapidamente che alcune delle nostre primarie banche sono state salvate “contabilmente” dall’allora ministro Tremonti che con una magia ha trasformato le poste sui derivati in bilancio mettendole a valore di libro (valore di acquisto) invece che a valore di mercato (ovvero togliendo dal bilancio perdite sui valori di acquisto che arrivavano fino al 95%). Se di settore dei derivati dobbiamo parlare di questo settore si tratta. E questo il suo contributo in termini di rischi sistemici all’economia del paese.

Se si guarda il dettaglio dell’emendamento Boccia si capisce poi che l’obiezione non ha alcun senso.
La proposta esenta le operazioni di copertura effettuate con i derivati, l’aliquota è molto bassa sui mercati regolamentati (1 su 100000) e le operazioni di copertura sono a frequenza molto più bassa di quelle speculative (e quindi molto meno tassate). Ergo la TTF riformata colpirebbe la speculazione e non le operazioni di copertura.
Se poi il governo decide che la presunta ripresa del paese passa attraverso l’azzardo e la speculazione (chiudendo gli occhi ai costi economici e sociali di questi settori che più che compensano i fantomatici “occupati”) allora lo dica. Il primo principio dell’economia liberale è quello di una maggioranza e dei suoi rappresentanti politici in grado di tutelare l’interesse generale contro l’aggressività di lobby particolari. In questo momento in Italia siamo ben lontani da quest’obiettivo. Evviva il paese che si avvita in una recessione infelice e che è prigioniero delle sparate delle lobby che minacciano la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro nei settori dell’azzardo e della speculazione….gli Stati Uniti stampano moneta, crescono al 3 percento annuo e proibiscono alle banche di fare trading sui derivati (quante decine di migliaia di persone avranno minacciato le lobby delle grandi banche americane avrebbero perso il lavoro con questa decisione? Eppure sono andati avanti). Noi ci avvitiamo su politiche macroeconomiche demodè e restiamo ostaggi di una presunta crescita infelice fondata su fantomatiche decine di migliaia di operatori dell’azzardo e della speculazione mentre i dati ci dicono che siamo gli ultimi in Europa. Evviva lo stato concessionario che multa per evasione le imprese dell’azzardo, condona la multa a 2,5 miliardi e non è in grado di riscuotere nemmeno 500 milioni. E’ continuando su questa strada (forte con i deboli e debole con i forti) che il governo potrò contare su un consenso crescente nel paese…

I 12000 addetti di un settore che non esiste sono una panzana (quanto tempo ci vuole alla Commissione Bilancio per “approfondire” e vedere che di panzana si tratta?). Che ci siano qualche centinaia di “alchimisti” o forse un migliaio che ha la presunzione di battere il mercato e si rovina comprando e vendendo derivati con algoritmi di trading ad alta frequenza è sicuro. E’ anche per proteggere queste persone, le loro famiglie e le imprese che incautamente si affidano al loro lavoro che la TTF viene introdotta. Non c’è nulla di più pericoloso che azzerare i costi di imprese temerarie come l’azzardo e la speculazione per ridurre ulteriormente i freni inibitori nel settore. Mentre in altri paesi si proibiscono tali imprese, si creano cinture di sicurezza alzando costi impliciti ed espliciti il nostro paese resta terreno di pascolo indisturbato dell’azzardo. Esportiamo cervelli e giovani di talento, riduciamo i finanziamenti a scuola e sanità (pur sapendo che l’allungamento della vita di ciascuno di noi in età avanzata dipenderà dalle risorse e dai farmaci disponibili in questo settore). Niente paura perché compenseremo il tutto diventando leader mondiali della scommessa.

 


Invitiamo tutti i membri della Commissione ed il Governo a superare queste perplessità ed avere il coraggio di adottare una misura (emendamento 1.866) che possa finalmente contribuire al necessario processo di riforma della finanza.

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