Riforma della finanza. I punti chiave.

RIFORMA DELLA FINANZA. Per ridare fiducia ai risparmiatori e slancio all’economia onesta

 

Perché agire

La finanza speculativa sposta montagne di soldi. Non costruisce nemmeno una vite, ma 24 ore su 24 persegue solo il massimo profitto. Il valore degli scambi di “titoli” è immenso, rispetto a quello dell’economia che “fa le cose”. Un esempio per tutti: nell'economia reale gli scambi di beni e servizi tra Paesi nel mondo ha un volume di affari che si attesta intorno ai 20.000 miliardi di dollari all'anno, mentre nel mondo finanziario gli scambi di valute hanno superato i 4.000 miliardi di dollari al giorno!

La liquidità riversata in abbondanza sui mercati finanziari dalle politiche monetarie espansive riaccende l’allerta sul rischio di nuove crisi finanziarie che potrebbero creare effetti ulteriormente devastanti sulla distribuzione del reddito e sulle finanze pubbliche. In un recente working paper del Fondo Monetario Internazionale[i] Laeven e Valencia hanno rilevato un aumento del rapporto debito/PIL, a seguito della crisi del 2007, di 70 punti percentuali in Islanda e Irlanda e superiore ai 20 punti percentuali in Grecia, Germania, Regno Unito, Belgio e Olanda. Sebbene l’impatto in Italia sia stato più contenuto (8%) i rischi rimangono elevatissimi dati i livelli del nostro debito pubblico e nessun elemento garantisce che una futura crisi non possa colpirci in modo più significativo.

Noi cittadini stiamo pagando un prezzo altissimo per la crisi, mentre nel solo 2012 i sussidi impliciti alle banche dell’Unione Europea hanno raggiunto i 233,9 miliardi di euro[ii]. Il nostro denaro è stato investito in un “casinò finanziario” per la ricchezza di pochi. E mentre con i soldi pubblici (ancora una volta soldi nostri!) si tappavano le falle create proprio dall’irresponsabilità degli speculatori, la speculazione finanziaria ripartiva senza interruzioni significative e senza rispondere dei danni causati.  L’uso speculativo del denaro è un’attività che si pone in netta antitesi agli sforzi di settori produttivi che producono un reddito stabile e duraturo nel tempo.  Avallarne i benefici effimeri vuol dire creare pericolose illusioni che spingono singoli ed istituzioni finanziarie a mettere a rischio il benessere di famiglie, comunità ed interi Paesi. La lezione di migliaia di ricerche in finanza e il principale contributo del neo Premio Nobel per l’Economia, Eugene Fama è che non si batte il mercato, non si vince contro il banco. E un altro Nobel, Robert Shiller, premiato lo scorso anno, ci insegna che eccessi di liquidità producono esuberanza irrazionale, bolle e rovinose cadute.

Se la politica italiana vuole davvero intraprendere un nuovo corso nel segno della responsabilità e dell’innovazione, la riforma della finanza è un settore cruciale in cui intervenire con urgenza e determinazione.



[i] Fabian Valencia & Luc Laeven, 2012. "Systemic Banking Crises Database: An Update," IMF Working Papers 12/163, International Monetary Fund

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