Gli effetti miracolosi della TTF...visti nel 2024...

Il nuovo corto delle campagne europee per la Robin Hood Tax e la petizione online #1MilionediFirme  www.robinhoodpetition.org

 

 

A seguito della crisi finanziaria è stato incoraggiante vedere il mondo della finanza riconquistare i cuori e le menti delle persone aiutando coloro che ne sono stati maggiormente colpiti, accettando di sottostare a forti misure diregolamentazione e rinunciando a molti dei propri benefit...giusto? A volte è allettante cercare di riscrivere il passato, ma che dire del futuro? Quali notizie vorresti ascoltare tra 10 anni?

Questo video è esattamente ciò che potrebbe raccontarti un telegiornale della sera. Un servizio sui risultati dell'applicazione della Robin Hood Tax, una piccola tassa sulle transazioni finanziarie che potrebbe far recuperare miliardi per ridurre la povertà estrema, aumentare gli investimenti nei servizi pubblici e combattere il cambiamento climatico.

 


Guarda, immagina e … agisci!! 

 

Firma la petizione e contribuisci a rendere realtà il nostro “Notizie dal Futuro”: http://www.robinhoodpetition.org.

Protagonisti del corto Andrew Lincoln (The Walking Dead), Bill Nighy (Love Actually),
Clémence Poésy (Harry Potter), Heike Makatsch (Storie di una ladra di libri) e Javier Cámara (La mala éducation).



Nelle prossime settimane, i leader di undici Paesi europei discuteranno dell’implementazione della tassa, ma per resistere alle lobby della finanza e compiere le scelte giuste, hanno bisogno di te. Se un milione di persone diràdi sì all’introduzione della Robin Hood Tax – e all’utilizzo del gettito della tassa per assicurarci un futuro migliore – allora i nostri decisori politici sapranno di essere dalla parte giusta della storia e renderanno questo notiziario dal futuro una realtà!


Scarica qui il comunicato stampa

Scarica qui una scheda di background sulla TTF

L’eredità del 2013: una TTF nazionale da potenziare con urgenza

Le velleità della TTF italiana. Un anno di vita della tassa sulle transazioni finanziarie in Italia raccontato alla rovescia, a partire dall’audace tentativo parlamentare di potenziamento dell’imposta nel mese di dicembre.   

 

 

Manifestazione pro-ttf1.866! Per due settimane a metà dello scorso dicembre queste quattro cifre hanno tenuto con il fiato sospeso gli attivisti e i sostenitori della Campagna ZeroZeroCinque. L’esame della rendicontazione giornaliera dei lavori parlamentari cominciava per molti di noi inesorabilmente dal passaggio a setaccio della documentazione pubblicata sul sito della Camera alla ricerca delle quattro cifre menzionate, districandosi in adrenalinica fibrillazione fra tabelle, allegati e sintesi del dibattito del giorno precedente intermezzate densamente da sequenze e riferimenti a decine di identificativi numerici.


Concediamoci però un doveroso passo indietro nel tempo che permetta al lettore una contestualizzazione più puntuale degli eventi. Il 27 Novembre scorso veniva approvato con voto di fiducia al Senato il disegno di legge di stabilità per il 2014. Il testo veniva quindi trasmesso alla Commissione V (Bilancio) di Montecitorio per successivo esame, modifiche (più che attese) e approvazione. Tra le numerose proposte emendative al testo licenziato dal Senato figurava un emendamento, 1.866[1], sollecitato e sostenuto con forza anche dalla nostra campagna.  


Presentato da una compagine multipartisan di parlamentari - gli On. Bobba (PD), Marcon (SEL), Tabacci (Misto-Centro Democratico), Romano (SCpI), Misuraca (NCD), Borghesi (Lega Nord), Castricone (PD), Fanucci (PD) e Zanin (PD) - l’emendamento in questione si proponeva un obiettivo ambizioso: la riscrittura dei commi 491-500 dell’articolo 1 della legge di stabilità per il 2013[2] (approvata sotto il governo Monti), con i quali venivano istituite in Italia la tassa sulle transazioni finanziarie (TTF) sulla compravendita delle azioni delle grandi capitalizzate italiane (in vigore dal 1 Marzo 2013), la TTF sui derivati sulle suddette azioni  (con la data di entrata in vigore posticipata dal disegno di legge “del Fare” dello scorso Agosto[3] dal 1 Luglio al 1 Settembre 2013) e una TTF sulle operazioni ad alta frequenza relative agli strumenti finanziari inclusi nella base imponibile delle prime due imposte .   

Continua...L’eredità del 2013: una TTF nazionale da potenziare con urgenza

TTF in Commissione Bilancio: scetticismo nel combattere la speculazione. Le nostre risposte prima che si compia una scelta sbagliata

14.12.2013 - Ieri sera in Commissione Bilancio è arrivato il turno di discutere/votare l'emendamento 1.866 alla legge di stabilità, una misura opportuna per potenziare l'attuale normativa sulla Tassa sulle Transazioni Finanziarie come più volte auspicato dalla nostra Campagna. Ma ieri la commissione ha deciso per l'accantonamento. Riportiamo qui lo stralcio del dibattito intercorso ieri sera in Commissione. E' evidente che le perplessità sollevate e che hanno determinato l'accantonamento provvisorio dell'emednamento siano in linea con le ingenti pressioni esercitate in questi giorni dalle lobby della finanza. Non vi è fondatezza nel merito: le nostre risposte nel post del Portavoce della Campagna 005 Prof. Leonardo Becchetti, che riportiamo qui di seguito.

 

 

 

Tratto dal blog La Felicità Sostenibile su Repubblica.it di Leonardo Becchetti

E’ notizia di ieri che l’emendamento Boccia sulla tassa sulle transazioni finanziarie firmato da esponenti di sei diversi partiti è stato fermato per approfondimenti alla Commissione Bilancio. Pare che l’argomento decisivo si stata la bufala della minaccia di perdita di posti di lavoro nel settore dei derivati (non sapevamo che fosse un settore industriale), settore che impiegherebbe 12.000 addetti. Che in Italia ci siano 12,000 persone che sappiano cos’è un derivato è una bufala di proporzioni colossali prodotta dalle lobby. Ovviamente non esiste nessun tipo di statistica del genere e ci piacerebbe sapere da dove viene fuori questo numero. Ciò che sappiamo (indagine Mediobanca) è che il 99% dei derivati è utilizzato per moventi puramente speculativi dalle grandi banche. Quindi in giochi a somma zero che mettono a serio rischio la sopravvivenza delle banche stesse. E che hanno fatto portato sull’orlo del fallimento una delle banche più antiche ed importanti del paese (Monte Paschi) con costi enormi per la collettività e con una perdita drammatica di ricchezza per una provincia ricca come quella di Siena che in breve tempo è riuscita a bruciare un benessere economico accumulato pazientemente nei secoli. Negli Stati Uniti dove la pressione lobbistica è ben più forte i regolatori e i politici hanno varato qualche giorno fa la nuova Volcker Rule proibendo alle banche di fare trading proprietario (derivati inclusi) e imponendo l’onere della prova in caso di uso dei derivati per motivi di copertura (le banche devono dimostrare che l’operazione ha ridotto qualche tipo di rischio). Evidentemente senza dar retta alla panzana delle decine di migliaia (negli Stati Uniti centinaia di migliaia ?) di posti di lavoro persi. O forse avranno dato retta a studi più seri come quelli che dicono che la finanza ipertrofica non è più in grado di dare il suo contributo positivo all’economia reale (Arcand, Berkes and Panizza, 2012; Rousseau e Wacthel 2006 e 2009 tra gli altri), che le maggiori banche hanno spostato gran parte della loro operatività dal credito alla clientela al trading speculativo e che Draghi ha minacciato di non aprire più nuove linee di liquidità se i soldi non saranno usati per crediti alle imprese. La verità è che negli Stati Uniti hanno aperto gli occhi e ricordano cosa è successo nel 2007. Che prima c’è stata la crisi dei derivati e poi quella dei bilanci pubblici degli stati che sono dovuti intervenire per salvare le banche. Noi invece abbiamo dimenticato rapidamente che alcune delle nostre primarie banche sono state salvate “contabilmente” dall’allora ministro Tremonti che con una magia ha trasformato le poste sui derivati in bilancio mettendole a valore di libro (valore di acquisto) invece che a valore di mercato (ovvero togliendo dal bilancio perdite sui valori di acquisto che arrivavano fino al 95%). Se di settore dei derivati dobbiamo parlare di questo settore si tratta. E questo il suo contributo in termini di rischi sistemici all’economia del paese.

Se si guarda il dettaglio dell’emendamento Boccia si capisce poi che l’obiezione non ha alcun senso.
La proposta esenta le operazioni di copertura effettuate con i derivati, l’aliquota è molto bassa sui mercati regolamentati (1 su 100000) e le operazioni di copertura sono a frequenza molto più bassa di quelle speculative (e quindi molto meno tassate). Ergo la TTF riformata colpirebbe la speculazione e non le operazioni di copertura.
Se poi il governo decide che la presunta ripresa del paese passa attraverso l’azzardo e la speculazione (chiudendo gli occhi ai costi economici e sociali di questi settori che più che compensano i fantomatici “occupati”) allora lo dica. Il primo principio dell’economia liberale è quello di una maggioranza e dei suoi rappresentanti politici in grado di tutelare l’interesse generale contro l’aggressività di lobby particolari. In questo momento in Italia siamo ben lontani da quest’obiettivo. Evviva il paese che si avvita in una recessione infelice e che è prigioniero delle sparate delle lobby che minacciano la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro nei settori dell’azzardo e della speculazione….gli Stati Uniti stampano moneta, crescono al 3 percento annuo e proibiscono alle banche di fare trading sui derivati (quante decine di migliaia di persone avranno minacciato le lobby delle grandi banche americane avrebbero perso il lavoro con questa decisione? Eppure sono andati avanti). Noi ci avvitiamo su politiche macroeconomiche demodè e restiamo ostaggi di una presunta crescita infelice fondata su fantomatiche decine di migliaia di operatori dell’azzardo e della speculazione mentre i dati ci dicono che siamo gli ultimi in Europa. Evviva lo stato concessionario che multa per evasione le imprese dell’azzardo, condona la multa a 2,5 miliardi e non è in grado di riscuotere nemmeno 500 milioni. E’ continuando su questa strada (forte con i deboli e debole con i forti) che il governo potrò contare su un consenso crescente nel paese…

I 12000 addetti di un settore che non esiste sono una panzana (quanto tempo ci vuole alla Commissione Bilancio per “approfondire” e vedere che di panzana si tratta?). Che ci siano qualche centinaia di “alchimisti” o forse un migliaio che ha la presunzione di battere il mercato e si rovina comprando e vendendo derivati con algoritmi di trading ad alta frequenza è sicuro. E’ anche per proteggere queste persone, le loro famiglie e le imprese che incautamente si affidano al loro lavoro che la TTF viene introdotta. Non c’è nulla di più pericoloso che azzerare i costi di imprese temerarie come l’azzardo e la speculazione per ridurre ulteriormente i freni inibitori nel settore. Mentre in altri paesi si proibiscono tali imprese, si creano cinture di sicurezza alzando costi impliciti ed espliciti il nostro paese resta terreno di pascolo indisturbato dell’azzardo. Esportiamo cervelli e giovani di talento, riduciamo i finanziamenti a scuola e sanità (pur sapendo che l’allungamento della vita di ciascuno di noi in età avanzata dipenderà dalle risorse e dai farmaci disponibili in questo settore). Niente paura perché compenseremo il tutto diventando leader mondiali della scommessa.

 


Invitiamo tutti i membri della Commissione ed il Governo a superare queste perplessità ed avere il coraggio di adottare una misura (emendamento 1.866) che possa finalmente contribuire al necessario processo di riforma della finanza.

Lettera aperta ai membri della Commissione Bilancio su emendamento per TTF


Riportiamo la lettera recapitata il 15.12.2013 a ciascun Membro della Commissione Bilancio



Gentile Onorevole,

Le scrivo a nome della Campagna ZeroZeroCinque in merito all’emendamento N° 1.866 volto ad introdurre un necessario potenziamento dell’attuale normativa italiana sulla Tassa sulle Transazioni Finanziarie che, come più volte da noi denunciato, ha numerosi difetti e lacune nella sua architettura che non permettono la realizzazione degli effetti desiderati né sotto il profilo di limitare l’attività speculativa, né tanto meno sotto il profilo della raccolta di gettito. Intervenire per sanare una normativa inefficace è quindi urgente e necessario.

Abbiamo letto il resoconto del dibattito che venerdì sera c’è stato in Commissione Bilancio sull’emendamento in oggetto e che ha portato all’accantonamento provvisorio al fine di svolgere “un utile approfondimento”, e riteniamo infondati i dubbi sollevati nel merito. Le argomentazioni presentate da chi ha sollevato perplessità sull’emendamento danno chiaramente sponda alle istanze delle lobby della finanza, affidandosi peraltro a dati fortemente discutibili se mai potessero essere confermati con fonti attendibili (come ad es. la fantomatica perdita di posti di lavoro nell’ “industria” - ammesso che di industria si possa parlare – dei derivati).
Ci preoccupa notevolmente che in un tale momento storico, in cui è necessario impegnarsi con tutte le proprie forze per favorire la ripresa del Paese, si ritenga ancora possibile tutelare una finanza ipertrofica che non dà alcun beneficio all’economia reale dell’Italia e che anzi ha già dimostrato di inferirle gravi colpi come nel caso della crisi finanziaria globale del 2007 e nell’episodio più recente del Monte dei Paschi di Siena.

La invitiamo pertanto a leggere questo post della nostra Campagna in risposta al dibattito di venerdì sera http://tinyurl.com/qfseztz, e La esortiamo caldamente a superare qualsiasi titubanza (qualora ne nutrisse) e ad avere il coraggio di adottare una misura, dando pieno sostegno all’emendamento 1.866, che possa finalmente contribuire al necessario processo di riforma della finanza. Qualche giorno fa negli Stati Uniti sono state adottate attraverso la Volcker Rule misure per colpire la finanza speculativa, ci auguriamo che anche l’Italia abbia la forza di compiere le stesse scelte.
Qualora volesse contattarci per ulteriori chiarimenti, saremmo ben lieti di poter contribuire con le nostre analisi e riflessioni a supporto di tale emendamento.

Con i nostri migliori saluti e l’augurio di compiere le scelte più opportune per il bene del nostro Paese,



Leonardo Becchetti
Portavoce della Campagna ZeroZeroCinque
www.zerozerocinque.it

Contatti segreteria:
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, T. 349-7817601


La Campagna è composta da circa 50 organizzazioni della società civile italiana (sindacati, associazioni, organizzazioni del terzo settore):
ACLI, ActionAid Italia, Adiconsum, Adiconsum Basilicata, Altromercato, Amref, ARCI, ARCS, ATTAC Italia, Associazione di Comunità, Associazione Monastero del Bene Comune, Azione Cattolica, Banca Popolare Etica,CGIL, CINI - Coordinamento Italiano Network Internazionali, CISA - Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare, CISL, CISP, Cittadinanzattiva, Consorzio Sociale Goel, COOPI, CVX Italia, Daquialà, Dokita, Economia Alternativa, Equociquà, Fa’ La Cosa Giusta, Fairwatch Italia, FIBA CISL, Flare, FOCSIV, Fondazione Culturale Responsabilità Etica, GCAP - Coalizione Italiana Contro la Povertà, La Rondine, Legambiente, Lega Missionaria Studenti, LeG - Libertà e Giustizia, Lunaria, Mani Tese, Mag4 Piemonte, Mag Verona, Medici con l’Africa- CUAMM, Microdanisma, OISG - Osservatorio Italiano sulla Salute Globale, Oxfam Italia, RE:Common, Reorient, RTM – Reggio Terzo Mondo, Save the Children, Sbilanciamoci!, Social Watch Italia, UIL, Un ponte per, Volontari Terzo Mondo – Magis, WWF Italia.

Tasse giuste e spese utili: un teorema raggiungibile

Il 28 novembre insieme a Sbilanciamoci! promuoviamo una giornata di dibattiti e proposte su come riformare la finanza e riorientare la spesa pubblica per una maggiore giustizia economica, fiscale e sociale. Vi aspettiamo a Roma al Fandango Incontro a partire dalle ore 10.30 per la presentazione del XV Rapporto di Sbilanciamoci! e a seguire dalle ore 14.00 ecco il nostro programma.


Tasse e Solidarietà:
un nuovo approccio per la giustizia fiscale in Italia e nel mondo

 

 

     Programa 
     
sessione a cura della Campagna ZeroZeroCinque

    
    Facilitazione

    Antonio Tricarico, Re-common

    
    Introduzione
    Leonardo Becchetti, Portavoce Campagna ZeroZeroCinque

    
    Tavola rotonda
     Pier Paolo Baretta, Sottosegretario di Stato MEF
     Giacinto Palladino, Segretario Nazionale Fiba-CISL
     Claudio Gnesutta, Docente di Economia Politica
     e Politiche Economiche

     
      Interventi dei parlamentari (la lista non è esaustiva)
      Luigi Bobba, Deputato PD
      Leonardo Domenici, Eurodeputato S&D
      Giulio Marcon, Deputato SEL
      Andrea Olivero, Senatore SCpI  
      Carla Ruocco, Deputato M5S
                                                       
      Registrarsi QUI
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     Scarica qui il flyer della giornata


 

  

PROLOGO
Novembre 2013 - La Commissione Europea deve pronunciarsi sul testo di legge di stabilità predisposto dal governo italiano ed in discussione in Parlamento: 11,6 miliardi di Euro per manovrare la macchina di Stato verso una ripresa economica incerta e controversa.
L’equità? Non pervenuta.
Perché come al solito, i meno abbienti vengono feriti del peso della stabilità del paese, mentre la ricchezza finanziaria e l'evasione ad essa collegata rimangono illese.


SCENARIO
La lotta all’evasione fiscale ha prodotto pochi risultati. Gli esperti sono al lavoro ma è difficile seguire le tracce di chi fugge all’estero con i suoi capitali perché ci sono molti complici impegnati a nasconderli e a eludere i percorsi della legalità.
I cittadini sono stremati: odio contro lo stato esattore, caccia alle caste che sprecano, impotenza verso la scarsità e la cattiva qualità dei servizi che vengono pagati – e a caro prezzo - dalle tasse. E oltre ad essere incoerente rispetto al dettato costituzionale, questo carico fiscale causa recessione economica, sfiducia, scarsa propensione alla disciplina fiscale e al senso civico.
Prolifera il “si salvi chi può” che è contrario al sentimento che deve accomunare una collettività civile; a noi crearla – anche attraverso l’equità fiscale - per far ripartire, in regime di solidarietà, questo nostro Paese.
Perché non ci vuole molto a capire che chi evade finanzia i propri lussi (ville, beni di lusso, speculazione finanziaria, patrimoni familiari che restano per generazioni a marcare le disuguaglianze) e gode di servizi offerti invece a tutti da chi paga le tasse – scuola, sanità, servizi pubblici, welfare, salvaguardia paesaggistica e ambientale, protezione idrogeologica e così via...
Si discute di rientro dei capitali fuggiti, soprattutto dalla Svizzera, con proposte poco chiare e che rischiano di legittimare futura illegalità. E questo mentre a livello internazionale le proposte sono a favore di azioni più incisive – norme per l’emersione del riciclaggio, obbligo per le multinazionali di dichiarare i proventi di bilancio nel paese di origine, etc … - contro l'evasione e l'elusione fiscale.
Qual è la posizione dell’Italia? Perché il problema è strettamente connesso tra il livello nazionale e quello globale - risolvere il problema della fuga di capitali non tassati da un paese ad un altro andrebbe a beneficio sia dei paesi più poveri che delle economie avanzate – e quindi l’Italia deve prendere una posizione. Chiara. E quella posizione può essere una dichiarazione di forte impegno per l’equità fiscale, convivenza civile e pace sociale oppure di lassismo o peggio complicità nel consentire la fuga di capitali, l’ingiustizia fiscale e il crollo del senso della res publica.
Una lotta poco seria all’evasione è una beffa per tutti. Ed è la condanna del Paese ad un destino egoista, introverso, solitario e frantumato socialmente.


SOLUZIONE?
Da anni la società civile, organizzata in movimenti, associazioni, gruppi di pressione, promuove un approccio innovativo e concreto sia dal lato delle entrate che delle uscite del bilancio dello Stato, un approccio dove principi come solidarietà e giustizia conducono il gioco. Le risorse ci sono, vanno prelevate dove abbondano e spese in maniera equa, secondo il principio della progressività e della trasparenza.
Un segno di giustizia e pace per questa e molte altre generazioni dal quale possono ripartire molteplici cammini di sviluppo, di crescita, di convivenza seria.
L'esperienza dell'istituzione di una tassa sulle transazioni finanziarie dimostra che per cambiare è necessario coraggio e la volontà politica di andare contro interessi di pochi soggetti e a favore di quelli della maggioranza della popolazione. Noi proponiamo un approccio di scopo alla tassazione, soprattutto per quel che concerne la ricchezza finanziaria: quel che viene tolto alla speculazione deve trovare una destinazione precisa e coerente con le scelte del paese.
La tassa sulle transazioni finanziarie è una tassa trascurabile per i piccoli risparmiatori ma molto pesante per chi fa scambi ad alta frequenza per fini speculativi. Perciò una tassa che modifica gli incentivi distorti che attualmente rendono più conveniente per gli intermediari finanziari speculare piuttosto che fare credito a cittadini e imprese. Assieme ad essa sosteniamo altre misure collegate, quali la separazione tra banche commerciali e banche d’affari seguendo i suggerimenti delle maggiori commissioni indipendenti internazionali degli ultimi anni, per questioni di trasparenza e per evitare che i soldi delle banche centrali e dei risparmiatori, prestati per altri scopi, finiscano per finanziare il commercio finanziario speculativo degli intermediari finanziari. Analogamente la trasparenza sull'utilizzo dei prodotti finanziari derivati va fortemente aumentata, così come il loro utilizzo per fini speculativi ostacolato.
 Tutte misure che sarebbero il punto di partenza per una vera inversione di rotta.

 

 

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