Un tesoretto fino a 6 miliardi di euro l’anno per l’Italia

 

È la stima di un nuovo studio sul gettito della Tassa europea sulle Transazioni Finanziarie

 

 

La Tassa europea sulle Transazioni Finanziarie (TTF) raccoglierebbe in Italia tra i 3 e i 6 miliardi di euro su base annua. È quanto emerge dal recente studio pubblicato da uno dei più autorevoli istituti di ricerca economica tedeschi, The German Institute for Economic Research (DIW Berlin). Lo studio (i) approfondisce i profili di gettito fiscale derivanti dalla TTF europea, risorse vitali che l’Italia potrebbe impiegare sul versante della lotta alla povertà a livello nazionale ed internazionale.

 

Le stime sul gettito della TTF sono strettamente legate alla suaarchitettura che gli 11 Paesi UE aderenti alla cooperazione rafforzata (ii) andranno ad adottare, ovvero all’ampiezza della base imponibile, all’applicazione dei principi di tassazione, alle esenzioni che verranno concesse. Aspetti tecnici da mesi al centro del dibattito tra gli 11 Paesi coinvolti nel negoziato europeo. Tra lunghe impasse di natura politica e forti intromissioni delle lobby della finanza (iii).

 

Quali i dati per l’Italia?Una tassa con ampia base imponibile, ovvero applicata alla più ampia gamma di strumenti finanziari (secondo l’impianto della direttiva proposta dalla Commissione Europea), con il ricorso al doppio principio di tassazione (di residenza dell’operatore e di nazionalità del titolo) e con aliquote dello 0,1% per le azioni e dello 0,01% per i derivati porterebbe nelle casse dello Stato dai 3 miliardi ai 6 miliardi di euro all’anno (iv).

 

Cosa succederebbe al gettito, se questo modello subisse delle variazioni? L’esclusione tout court dei derivati dalla base imponibile della TTF è senza dubbio la scelta più catastrofica in termini di gettito, con una riduzione fino al 65% di entrate fiscali per l’Italia rispetto al gettito della TTF ideata dalla Commissione. Lo studio sottolinea come il peso di una TTF sui derivati ricadrebbe maggiormente su banche sistemiche e grandi istituzioni finanziarie, evidenziando il ridotto ricorso a strumenti come i credit default swaps e in generale a negoziazioni in derivati fuori dai mercati regolamentati da parte delle piccole società finanziarie europee. La recente apertura dei paesi del negoziato all’inclusione dei derivati nella base imponibile della TTF con una riduzione delle aliquote trova un’ulteriore valutazione di merito nello studio. La tassazione dei derivati con aliquote anche solo dimezzate ridurrebbe secondo il DIW le entrate per l’erario italiano fino a 1,3 miliardi di euro. Ma anche altre esenzioni e deviazioni dal solido modello di TTF della Commissione giocano un ruolo significativo sul gettito generabile. L’esenzione dei titoli di Stato – punto fermo del nostro Ministero delle Finanze su cui la Campagna ZeroZeroCinque esprime una forte critica - determinerebbe un mancato introito di oltre 1 miliardo di euro. Un’ulteriore perdita di gettito si determinerebbe per l’Italia anche nel caso in cui si applicasse alla tassazione delle azioni il solo principio di nazionalità del titolo con una riduzione di oltre il 50% delle risorse generabili rispetto al combinato ricorso al principio di residenza dell’operatore e paese di emissione del titolo proposto dalla Commissione.

 

Il potenziale fiscale della TTF, che ha anche il merito di essere un efficace deterrente alla speculazione finanziaria, disincentivando in particolare il trading ad alta frequenza a vantaggio di investimenti di medio-lungo termine, è un’opportunità irrinunciabile se si pensa alla destinazione che queste risorse potrebbero avere in termini di spesa sociale per l’Italia, di maggiori aiuti per istruzione e salute nei Paesi più poveri, di investimenti per il contrasto ai cambiamenti climatici.

 

Con il gettito che i Paesi europei raccoglierebbero in un solo mese di applicazione della TTF (2,9 miliardi secondo le stime della Commissione) si potrebbe pagare il salario di un intero anno di 1,5 milioni di infermieri in Africa. In soli due giorni e mezzo si raccoglierebbero risorse (192 milioni di euro) sufficienti alla costruzione di 2.500 rifugi anticiclone, proteggendo così 8 milioni di persone che vivono in zone soggette ai devastanti fenomeni del cambiamento climatico. E in Italia metà delle risorse annue generabili dalla TTF potrebbero contribuire ad esempio alla creazione di un Reddito di Inclusione Sociale per far fronte ai bisogni delle famiglie che versano in stato di povertà assoluta.

 

Nel prendere in considerazione il potenziale fiscale della TTF e nell’avallarne un impianto tecnico ambizioso, lo studio ribadisce – come anche la Campagna ZeroZeroCinque, il valore di apripista della TTF come misura di fiscalità comunitaria, e di regolamentazione finanziaria comune di un settore che ha usufruito nel momento più buio della crisi di piani pubblici di salvataggio per più di un terzo del PIL continentale (oltre il doppio del debito pubblico italiano), con ripercussioni drammatiche per i bilanci degli Stati, senza un apparente cambiamento del proprio modus operandi, restando lontano dal proprio ruolo di servizio all’economia reale, e contribuendo a un peggioramento dei livelli di diseguaglianza sociale.  

 

“Il nodo vero per la democrazia e il benessere economico oggi, per l’Italia e per l’Europa è il rapporto di forza tra gli stati e la grande finanza. Sui tanti fronti aperti di questo grande tema ci giochiamo il nostro futuro. Le potenzialità di miglioramento rispetto alla situazione in cui viviamo oggi (in termini di risorse per gli investimenti nei beni pubblici globali e nelle economie locali, per la lotta alla diseguaglianza, per la prevenzione di nuove crisi finanziarie) sono enormi. La TTF rappresenta in questa battaglia un punto fondamentale simbolico e di sostanza (come ben illustrato dallo studio tedesco) per capire se avremo un futuro in cui la finanza sarà al servizio del bene comune o, al contrario, saranno cittadini e stati ad essere al servizio degli interessi di pochi gruppi della grande finanza” commenta Leonardo Becchetti, portavoce della Campagna ZeroZeroCinque.

 

 

Contatti:  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. T. 349 7817601 www.zerozerocinque.it

 

 

Note

(i)    L’executive summary in inglese è a p. III-IV: http://www.zerozerocinque.it/files/Gutachten_FTS-2015_Feb18-final.pdf

(ii)   I Paesi della cooperazione rafforzata sono Austria, Belgio, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna

(iii)  Per una lettura sullo stato dell’arte negoziale: http://www.zerozerocinque.it/notizie/411-novita-di-inizio-anno-svolta-nel-negoziato-sulla-ttf-europea

(iv)  Lo scenario di minor gettito è calcolato preventivando un calo del volume delle transazioni azionarie del 15% e del volume delle contrattazioni dei derivati fino al 75%.

 

 

 

 

 

Inerzia politica in Europa: Robin Hood Tax rimandata al 2015

Ecofin: per ora ancora un nulla di fatto  sulla Tassa sulle Transazioni Finanziarie

 

 

Obiettivo mancato per l'introduzione della Tassa sulle Transazioni Finanziarie (TTF) europea.I Ministri delle Finanze degli 11 Paesi dell’UE impegnati nel progetto di cooperazione rafforzata per l’introduzione della TTF non hanno annunciato l'accordo per la prima fase di implementazione dell’imposta, tradendo così l’impegno assunto a maggio, con cui si prometteva il raggiungimento di un’intesa entro la fine di quest’anno.

 

Un risultato purtroppo mancato anche per la Presidenza Italiana, impegnata da luglio nel ruolo di coordinamento dei lavori negoziali, che tuttavia non ha mai palesato pubblicamente una forte volontà politica di incidere su questo dossier cruciale per il contrasto alla speculazione finanziaria e per il reperimento di risorse quanto mai necessarie per la lotta alla povertà, per la solidarietà internazionale e per l’ambiente.

 

Lo stato dell’arte dei lavori negoziali, presentato dalla Presidenza italiana stamane a Bruxelles evidenzia come, al di là di un progresso registrato sul fronte della tassa sulle azioni, vi siano ancora sostanziali nodi da scogliere: le classi di strumenti derivati da sottoporre a tassazione, i principi di applicazione della tassa, le modalità di raccolta e spartizione del gettito.

 

“Constatare come ancora una volta i Ministri delle Finanze non siano riusciti a trovare la quadra per la definizione della TTF europea è un segnale che la nostra Campagna registra con allarme e preoccupazione, un segnale che ancora una volta getta luce sulla cronica difficoltà di accordarsi su misure comuni in materia di regolamentazione finanziaria” dichiara Leonardo Becchetti, portavoce della Campagna ZeroZeroCinque “Siamo ben consapevoli delle divergenti posizioni tra i Paesi coinvolti nel progetto ed, in particolar modo, dell’impasse creata dalla Francia, fortemente ancorata  a un’architettura modesta della TTF nazionale in difesa del proprio settore bancario, particolarmente attivo nel trading dei derivati che è veramente il simbolo in negativo di una finanza ipertrofica e disfunzionale che tutti gli studiosi riconoscono oggi non più in grado di servire adeguatamente l’economia reale. Proprio per questo l’unica nota positiva da registrare oggi è che, a fronte  dell’ennesima, ingiustificabile, promessa non mantenuta, per lo meno non si sia ceduto alla tentazione di arrivare a un accordo al ribasso che avrebbe di fatto sancito l’adozione di una TTF farsa”.

 

Gli 11 Ministri delle Finanze e la Commissione Europea hanno oggi di nuovo e pubblicamente ribadito il proprio impegno su questo dossier e la prosecuzione dei lavori nel 2015 sotto l’entrante Presidenza di turno lettone. Le Robin Hood Tax Campaigns in tutta Europa non abbasseranno quindi la guardia. Ieri a Roma, Madrid, Parigi e Berlino le campagne hanno reso visibile il proprio messaggio ai leader politici. Nella capitale, a Piazza del Popolo la Campagna ZeroZeroCinque ha posto un quesito al Premier Renzi che resta attuale e attende una risposta: "Matteo, tu da che parte stai? Dalla parte dei soldi facili, dei profitti per pochi, della speculazione o dalla parte della lotta alla povertà, dell'equità, della solidarietà internazionale?".

 

“Chiediamo al Governo italiano, svincolato nei prossimi mesi dal ruolo istituzionale di Presidenza di turno dell’UE - aggiunge il portavoce Becchetti - di assumere una posizione più progressista ed incisiva al tavolo negoziale per ottenere in Europa una Robin Hood Tax efficace, ovvero applicata al più ampio spettro di strumenti finanziari inclusi i derivati;ricorrendo ai principi di tassazione (residenza, controparte e emissione) che ne rendano difficile l’elusione; tassando tutte le transazioni effettuate e non i saldi netti giornalieri; intercettando le operazioni intra-day e contrastando fattivamente il trading ad alta frequenza. Sulla TTF la UE cincischia, non passa l’esame ed è rimandata. E’ paradossale cedere alle lobbies su un’iniziativa che può portare nelle casse europee una cifra attorno ai 35 miliardi di euro all’anno secondo le stime della Commissione Un gettito crucialeda destinare per la lotta alla povertà e alle crescenti e preoccupanti disuguaglianze che stanno connotando le nostre società, e per incrementare le risorse su istruzione, salute globale e contrasto al cambiamento climatico nei Paesi in via di sviluppo.” conclude Becchetti.

 

 

Ufficio stampa Campagna ZeroZeroCinque

Sabina Galandrini

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Schede di approfondimento:

1-   Cos’è la Tassa sulle Transazioni Finanziarie:

http://www.zerozerocinque.it/files/Scheda_su_TTF_dicembre_2014_def.pdf

2-   Q&A: una mini guida ai nodi della TTF e del processo negoziale in corso

http://www.zerozerocinque.it/files/QA_sulla_TTF_dicembre_2014.pdf

 

 

FOTO GALLERY DELLE AZIONI SVOLTE IERI A ROMA, BERLINO, PARIGI E MADRID

https://www.flickr.com/photos/robinhoodtax/sets/72157649657968481/

 

 

 

 

 

 

 

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