Tassa sulle transazioni finanziarie: il Governo italiano nicchia

Roma, 04 ottobre 2012_Si è svolta questa mattina l’interpellanza parlamentare presentata dagli On. Andrea Sarubbi (PD) e Federica Mogherini (PD), insieme ad altri 28 deputati per chiedere conto al Governo della posizione che l’Italia sta assumendo nei negoziati attualmente in corso tra alcuni Stati Membri dell'UE che intendono aderire alla cooperazione rafforzata per l’introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie (TTF).

Ancora una volta il Governo italiano ha nicchiato, evitando di dare una risposta ai firmatari dell’interpellanza e alle otre 50 organizzazioni promotrici della Campagna ZeroZeroCinque che da anni sostiene l’introduzione della tassa. “Una mancata risposta e motivazioni deboli sono state esposte questa mattina in aula dal Sottosegretario all’Economia e Finanza Vieri Ceriani” - afferma Andrea Baranes, portavoce della Campagna ZeroZeroCinque.

Analizzando nel dettaglio la risposta del Governo la Campagna evidenzia le seguenti contraddizioni:
1. L’Italia condiziona la propria adesione alla TTF al raggiungimento di risultati sostanziali e credibili del pacchetto di norme economiche allo studio nell’Unione Europea per far fronte alla crisi. Questa condizionalità è alquanto discutibile: il Governo si sta preoccupando di arginare gli effetti della crisi  trascurando che la TTF è una delle misura adatte ad intervenire sulle cause. Non sostenere una tempestiva adesione per l’introduzione di questa misura significa perdere un’occasione per frenare nel più breve tempo possibile la speculazione.
2. Il Governo è preoccupato che la TTF possa fare aumentare lo spread in situazione di instabilità dei mercati. La dura realtà è che i mercati sono instabili proprio per la speculazione che invece vorremmo contrastare, l’effetto della liquidità non sarà rilevante se non riguardo al contenimento del doping dei mercati stessi. Prioritario ora è evitare che la speculazione faccia ulteriori danni, la TTF è una prima buona risposta a questo fine.
3. Il Governo ritiene prematura qualsiasi previsione di introduzione della TTF entro dicembre 2012, secondo l’impegno assunto dallo stesso Consiglio Europeo di giugno. E’ singolare che un Paese che vuole riaffermare sempre più il suo ruolo a livello internazionale, sembra in questa occasione assumere un atteggiamento attendista e poco collaborativo verso gli altri partner europei che pure si stanno attivando per l’introduzione della tassa.

L’Italia in questo momento può giocare un ruolo decisivo, fin da subito, è inaccettabile questo suo immobilismo. Ci auguriamo che invece di continuare a tentennare e nascondersi, il Governo italiano segua al più presto l'esempio della Germania, della Francia e degli altri Paesi europei che stanno lavorando per frenare speculazione e finanza-casinò. Mai come ora la TTF puo' diventare una realtà. L'Italia può essere l'ago della bilancia in questo processo su scala europea, concretizzando un impegno richiesto dalla gran parte dei cittadini e dallo stesso Parlamento” – conclude Baranes.

La TTF rappresenta uno strumento di straordinaria efficacia per frenare la speculazione senza impattare l'economia reale e per generare un gettito da destinare alle politiche sociali interne e per politiche internazionali di cooperazione allo sviluppo e di contrasto ai cambiamenti climatici.

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