Tassare le rendite e le transazioni finanziarie: la complementarità delle misure


Bene tassare di più le rendite finanziarie, ma senza la Tassa sulle Transazioni Finanziarie rischiamo di cadere dalla padella nella brace!
di Antonio Tricarico, Re:Common

 


La decisione del governo Renzi di aumentare la tassazione delle rendite finanziarie, eccetto che per quelle collegate ai titoli di stato italiani, rischia di creare un alibi immotivato per smettere di sostenere la necessità di introdurre la tassazione sulle transazioni finanziarie (TTF), che è qualcosa di ben diverso.


Ricapitolando sulle misure possibili che riguardano la tassazione in ambito finanziario, la patrimoniale finanziaria tasserebbe – probabilmente in maniera spot – i patrimoni finanziari a prescindere da quanto e se rendono (ossia le azioni ed obbligazioni di cui persone ed aziende sono già in possesso, o gli stessi depositi in banca). Una patrimoniale finanziaria, spesso applicata in situazioni eccezionali, intende colpire i grandi patrimoni (più di 3,200 miliardi di euro di ricchezza finanziaria accumulata dalle famiglie italiane) e racimolare risorse per una redistribuzione sociale della ricchezza.


Tassare le rendite finanziarie invece vuol dire tassare il guadagno che ti da il possesso del bene finanziario, e non il capitale. Ciò già avviene ma a tassi molto bassi – fino al governo Monti ad un vergognoso 12,5%, poi al 20%, ed oggi Renzi vuole il 26% lasciando però i titoli di Stato al 12,5%, ed i conti di deposito al 20%. Ossia si tassano due tipi di profitti che i beni finanziari posseduti possono generare: da un lato i dividendi delle azioni, gli interessi delle obbligazioni o i rendimenti dei fondi di investimento o dei conti di deposito; dall'altra eventuali guadagni di capitale (capital gain) legati alla possibilità di vendere i titoli finanziari posseduti prima del tempo poiché il prezzo di mercato in quel momento è maggiore di quello all'acquisto. La tassazione delle rendite finanziarie serve principalmente a disincentivare la rendita da attività che non generano direttamente nuova produzione e lavoro, spostando gli investimenti nella cosiddetta economia produttiva. Anche se è giusto differenziare in una certa misura tra le varie forme di rendita. Ossia se metto i miei pochi risparmi nel capitale di una società con una prospettiva di lungo termine, senza dubbio avrò anche alcuni dividendi ogni anno, ma aiuto anche a creare economia produttiva e lavoro e non ho un atteggiamento eccessivamente “parassitario”, come quando incasso capital gain nella rapida compravendita di azioni. Ovviamente la tassazione genera anche una buona entrata per il governo.


Tassare le transazioni finanziarie è invece qualcos'altro. Significa tassare l'operazione di acquisto e la vendita dei beni finanziari, l'equivalente di un'imposta di bollo per ogni transazione che avviene sui mercati finanziari, inclusi soprattutto i prodotti derivati, i quali essendo contratti non sono considerati neanche un bene finanziario in senso stretto e generano spesso una rendita difficilmente tracciabile. A cosa serve la TTF? A sgonfiare il volume di transazioni sui mercati finanziari, la gran parte delle quali sono operate in meno di un millesimo di secondo da computer automatizzati programmati per speculare sui valori che oscillano sui mercati dei vari beni finanziari. La TTF quindi sposta gli investimenti finanziari dal brevissimo al medio e lungo termine ed aiuta quindi la stabilità finanziaria dell'intero sistema, punendo non solo le rendite generate nel brevissimo tempo, ma soprattutto gli atteggiamenti speculativi particolarmente aggressivi che, considerati a livello macro, creano problemi gravi per la sfera produttiva così come per quella finanziaria.


Probabilmente l'Italia ha bisogno di tutti e tre i tipi di misure per la grave situazione finanziaria in cui è caduta. E per questo ben venga che il governo alzi la tassazione delle rendite finanziarie, per altro allineandoci con gli altri paesi europei – in breve noi siamo stati fino al 2011 una sorta di paradiso fiscale in Europa per questi tipi di guadagni!  Ma sarebbe un errore molto grave per il governo pensare che allora una TTF non serva più. La realtà è esattamente l'opposto, poiché la tassazione più alta delle rendite finanziarie rischia di spostare gli investimenti parassitari verso il “trading fai da te” centrato su prodotti derivati, piattaforme online di trading, ed altri prodotti strutturati che facilmente scappano al fisco. Al riguardo la tassazione di ogni transazione con un'aliquota dello 0,05% non sarebbe affatto, in termini assoluti, un carico ulteriore sulle rendite finanziarie legate ad investimenti di medio e lungo termine, mentre colpirebbe in maniera sacrosanta gli speculatori del breve e brevissimo termine. Insomma, alzare giustamente la tassazione sulle rendite finanziarie, senza erroneamente introdurre una TTF, farà fare un po' di cassa al governo ma rischia di “finanziarizzare” ancora di più la nostra economia. Meditate Renzi e Padoan, meditate.

 

 

 

 

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