Un uomo sempre più solo al comando

Berlusconi definisce una misura ridicola la tassa sulle transazioni finanziarie. Andando contro il Parlamento, il suo governo e tutte le istituzioni europee.

di Andrea Baranes, CRBM

Il parlamento e il governo italiano intendono implementare delle misure ridicole. A sostenerlo è una fonte decisamente bene informata, quella del Presidente del Consiglio dello stesso governo. Berlusconi ha infatti bollato come “una misura ridicola” la proposta di chiedere ai Paesi del G20 di implementare una tassa sulle transazioni finanziarie.

Peccato che solo mercoledì siano state approvate ben tre risoluzioni parlamentari. Una presentata dall'On. Evangelisti (IdV), una dall'On. Barbi (PD), e la terza, pensate un po, dall'On. Zacchera, del PdL.

Quest'ultima risoluzione impegna il governo “qualora emerga il necessario consenso internazionale a collaborare con le istituzioni internazionali e gli altri Governi che si sono già espressi a favore della tassa sulle transazioni finanziarie al fine di predisporre una proposta per la sua implementazione”. Ciliegina sulla torta: le risoluzioni, in questa forma definitiva, sono state approvate con il sostegno dello stesso – ridicolo – governo italiano.

Il giorno successivo il Consiglio UE, su proposta di Francia e Germania, ha approvato all'unanimità la decisione di spingere perché il prossimo G20 di Toronto approvi questa stessa misura.

Gli esecutivi di tutti i Paesi dell'UE, Italia inclusa, sono quindi ridicoli, cosi come ridicole sono le dichiarazioni del ministro degli Esteri Franco Frattini secondo il quale introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie a breve “sarebbe un buon segnale, perché sono il veicolo principale delle speculazioni”.

Ridicolo il Presidente della Commissione Europea Barroso, che si è espresso a favore della tassa, così come ridicolo è l'intero Parlamento Europeo, che solo due mesi fa ha approvato una mozione per chiedere di introdurla. Analogamente ridicole le analisi di diversi economisti, tra i quali i premi Nobel Paul Krugman e Joseph Stiglitz, che da tempo spingono per l'approvazione di questa tassa.

Una misura che permetterebbe di frenare la speculazione senza impattare sulle attività produttive, sull'economia reale e sugli investimenti di lungo termine. Una tassa in grado di generare un gettito di oltre 650 miliardi di dollari su scala globale, in un momento di crisi nera per i conti pubblici. Una proposta in grado di ridare finalmente alla politica una forma di controllo sui mercati finanziari.

Berslusconi ha sostenuto che con la sua dichiarazione ha “reso un buon servizio al Paese e all'Europa”. Una dichiarazione che in una botta sola è riuscita a sconfessare e andare contro la sua stessa maggioranza parlamentare, contro il suo stesso governo, contro il Consiglio UE a cui partecipa anche l'Italia, contro il suo ministro degli Esteri, contro il Presidente della Commissione UE, contro il Parlamento europeo, contro alcuni dei maggiori economisti del pianeta.

Ridicolo? Probabilmente si, rimane l'unico dubbio di capire se ci troviamo in una farsa o in una tragedia.



Andrea Baranes

CRBM

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