Stiglitz sostiene l'imposta sulle transazioni finanziarieLa campagna inglese Robin Hood Tax ha organizzato il 10 ottobre un incontro con giornalisti di media autorevoli da 11 paesi e l'economista Joseph Stiglitz (docente alla Columbia University e premio Nobel per l'economia nel 2001), che ha sostenuto la Tassa sulle transazioni finanziarie e ne ha spiegato i motivi. Qui l'audio dell'intervento di Stiglitz. In un incontro promosso da Oxfam, un'organizzazione internazionale che combatte la povertà e le disuguaglianze, con un selezionato gruppo di giornali di tutto il mondo tra cui il Sole 24 Ore, Stiglitz ha sostenuto che l'imposta non serve tanto «a punire le banche», quanto a introdurre più «efficienza ed equità» nel sistema. Il settore finanziario, nella visione dell'economista americano, è "sussidiato" poiché in tutto il mondo le banche vengono salvate quando sono in difficoltà: «Si socializzano le perdite e si privatizzano i guadagni». Partendo da questo assunto, Stiglitz sostiene che è meglio «tassare le cose cattive, come l'inquinamento (e il settore finanziario, ndr)» che non «le cose buone come il lavoro». L'imposta può assumere varie forme ma è in grado di «produrre un gettito considerevole» anche con aliquote molto basse («basta uno 0,5 per cento»). Un fattore assai importante in questa fase in cui i governi hanno bisogno di fondi. Inoltre «il rilancio della crescita – aggiunge Stiglitz – richiede un'azione globale e questa imposta è il modo migliore per finanziarla» proprio perché può essere facilmente introdotta da tutti i paesi «grazie alla tecnologia e alle clearing house». Il problema di oggi è di dirottare la liquidità verso gli investimenti a lungo termine mentre i mercati sono alla ricerca delle migliori opportunità a breve termine a causa dell'incertezza diffusa. «Molti flussi di capitale a breve termine – dice Stiglitz – sono destabilizzanti e l'imposta sulle transazioni finanziarie interviene proprio lì, scoraggiandoli». In questa chiave l'imposta può essere utile anche per stabilizzare i tassi di cambio «orientando i capitali verso impieghi a lungo termine».
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