Econometica: le ragioni per la TTF

Pubblichiamo integralmente l’editoriale “ex Cathedra” del Prof. Leonardo Becchetti sul blog di economia, politica e cultura noiseFromAmerika, una didascalica e documentata relazione sull’attualità dell’appello di Econometica (di cui Leonardo Becchetti è uno dei primi firmatari).

L’autore riconosce in una tassa sulle transazioni finanziarie (TTF) una misura capace di incidere sulla riduzione delle attività finanziarie (speculative) ad altissima frequenza sui mercati finanziari e affronta il tema dei rischi di una sua elusione e dell’ammontare e della destinazione del gettito che la tassa può generare (analisi che consigliamo di seguire anche sul blog dell’autore su Repubblica.it).

di Leonardo Becchetti

L'OPINIONE TRADIZIONALE SULLA TASSA
Gli economisti sono in genere molto scettici relativamente all‟efficacia di una tassa sulle transazioni finanziarie e alla possibilità di raggiungere i due obiettivi che un‟iniziativa del genere si ritiene in generale possa realizzare: quello di ridurre la volatilità dei mercati e di raccogliere somme rilevanti. Un‟ aliquota troppo piccola si dice non attenua la volatilità dei mercati ma evita elusione e riesce a raccogliere somme importanti. Un‟aliquota troppo elevata potrebbe ridurre la volatilità ma farebbe fuggire i capitali verso altri lidi e quindi di fatto risulterebbe inefficace anche ai fini del primo obiettivo spostando le transazioni verso attività finanziarie over the counter o su mercati regolamentati ma nei quali la tassa non si applica.

IL NOSTRO APPROCCIO IN SINTESI L'approccio dell'appello sottoscritto dai 130 economisti è leggermente differente e si propone di introdurre degli elementi di novità nel dibattito tradizionale. Si parte dall'osservazione del fatto che il problema della volatilità dei mercati finanziari e delle loro turbolenze non si risolve con una tassa sulle transazioni ma con un insieme di iniziative molto più complesse che investono la regolamentazione complessiva dei mercati. (Leggi l'intero articolo)